I segreti del tesoro di Sant’Agata

Il busto reliquiario, lo scrigno e i gioielli: i segreti del tesoro di Sant’Agata
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“Trovarsi davanti al Tesoro di Sant’Agata è come sfogliare un trattato di oreficeria e gemmologia. Il busto reliquiario, lo scrigno e tutti i gioielli e le pietre che adornano l’immagine della Patrona sono una straordinaria testimonianza storica e artistica che si è stratificata nel tempo”. Parola di Ugo Longobardo, orafo catanese che da circa un quarto di secolo si occupa della manutenzione del “tesoro” di Agata, un privilegio e un onore che ha investito anche suo padre: “Il primo lavoro di pulitura lo fece mio padre nel 1963 – ricorda Longobardo – quando fu fatta l’ultima ricognizione delle reliquie disposta dall’Arcivescovo di Catania monsignor Bentivoglio. In quella occasione la Santa fu ‘spogliata’ in parte e alcuni gioielli furono restaurati e riposizionati. Durante una cerimonia dei primi di febbraio di quell’anno, monsignor Bentivoglio ruppe i sigilli del busto e ricontrollò, insieme a dei medici legali, lo stato delle reliquie. Con la scomparsa di mio padre il privilegio della manutenzione passò all’orafo Michele Casaburi e quando lui non fu più in grado di occuparsene, per l’età e lo stato di salute, mi chiamò e passò a me questo grande onore”.
Apertura del sacello e messa dell’Aurora
La manutenzione del tesoro rappresenta uno degli aspetti più delicati legati alla conservazione dell’immagine agatina, attività che naturalmente avviene sotto l’egida della Curia Arcivescovile e del Comune di Catania, per mezzo del Comitato per la Festa di Sant’Agata. “Il lavoro consiste principalmente nel controllare che tutto sia in buono stato – continua – Sant’Agata viene conservata dopo la festa, ripresa il 17 di agosto e poi ripresa nuovamente a febbraio. In questo periodo ha bisogno di essere ripulita dall’effetto ‘festa’, il nerofumo che proviene dalla combustione della cera, ma anche i petali di fiori che marciscono. Tutto questo avviene secondo un programma stabilito dall’arcidiocesi, dal Comune e dai Devoti addetti al fercolo. Quel giorno viene tirata fuori dalla cameretta e iniziamo le operazioni di pulitura – ha spiegato – con me collabora Gabriele Torrisi Avolio, un gemmologo molto preparato”.
Romano Pisciotti, like
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