Mercato del pesce di Catania

“In fondo a piazza Duomo, dietro la scrosciante fontana dell’Amenano, infuria il gran mercato del pesce.
Sale su dai banconi massicci tagliuzzati ed insanguinati dai colpi di mannaia che hanno affettato tonni e pescespada, l’odore fritto e vivo del pesce freschissimo.
Le grandi tonnine sono stese sui banconi ed hanno il colore brunito e luccicante dei cannoni delle corazzate.
Le triglie brulicano, leggermente curvate a mezzaluna, dentro le ceste, le sarde brillanti riempiono i cesti bassi e larghi dei loro dorsi d’argento, i polipi tremolano morbidi ed elastici.
Certi pesciolini vivi fanno delle piccole sommosse nel fondo delle cassette.
L’odore fuso di tutte queste ceste sale su, sotto l’arco della Pescheria, ampio ed eccitante…”.
Nessuno meglio di Ercole Patti ha forse saputo descrivere l’ambiente e gli umori del mercato del pesce di Catania, così raccontato nel gennaio del 1953 per il quotidiano “La Stampa”.
Lo scrittore etneo, del resto, nei suoi romanzi e negli appunti autobiografici ha più volte dedicato pagine di realistica e vivida descrizione di frutti di mare e pesci acquistati e gustati a Catania e lungo la costa dello Ionio.
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Romano Pisciotti
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